MOODY’S : La Blockchain potrebbe rendere più efficenti le transazioni e le cartolarizzazioni

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Moody’s, una delle più grandi agenzie di rating con un fatturato annuo di $4,2 miliardi, ha evidenziato la crescente attrazione per la tecnologia Blockchain in un nuovo rapporto, il quale arriva a costare ben $750 per i non abbonati.

‘Finanza strutturata – Globale: la Blockchain migliora l’efficienza operativa per le cartolarizzazioni.’

Si chiama così il rapporto di Moody’s. Esso analizza il potenziale utilizzo della blockchain nella cartolarizzazione, ossia l’emissione di debito o la creazione di nuovi strumenti di debito negoziabili.

Frank Cerveny, Senior Analyst di Moody’s, afferma che l’utilizzo della Blockchain nella cartolarizzazione è ancora in una fase molto precoce, ma le banche e le altre istituzioni finanziarie stanno valutando il suo utilizzo.

Il suo uso su scala introdurrebbe la necessità di valutarne i rischi, afferma Cerveny, tra cui una potenziale eccessiva dipendenza da alcuni sviluppatori o studi di sviluppo.

Come nuovo campo, la tecnologia Blockchain è ancora carente nella presenza di esperti di smart contract. Sebbene il rilascio di un token possa essere fatto da chiunque attraverso un modello, farlo su ampia scala richiederebbe numerose considerazioni, tra cui la sicurezza.

Moody’s afferma che la possibilità di affidarsi allo stesso studio di sviluppo da parte di più cartolarizzazioni potrebbe introdurre rischi che ‘possono anche assumere una componente sistemica’. In altre parole, stanno discutendo per la decentralizzazione, non solo a livello tecnico, ma anche in aspetti sociali come la scelta degli stessi sviluppatori.

È noto che la decentralizzazione facilita la solidità di un progetto in quanto se un componente fallisce il resto non ne risente. Se tuttavia vengono utilizzati gli stessi sviluppatori, potrebbe esserci un fattore che potrebbe introdurre rischi sistemici, e questo è in parte il motivo per cui Ethereum ha più team di sviluppo e più client. Il loro lavoro per l’aggiornamento di Eth a Eth2.0, ad esempio, ha Nimbus, Prysmatic Labs, Lighthouse e altri, che creano tutti la stessa cosa, ma separatamente. Utilizzano approcci diversi, come il linguaggio utilizzato e così via, con tutti questi sviluppatori in grado di comunicare tra loro e in grado di rimanere sulla stessa pagina, ma se uno di loro ha un bug, gli altri due potrebbero non essere interessati, con il network che continua a funzionare indisturbato.

Utilizzare, tuttavia, lo stesso approccio per uno smart contract sarebbe difficile perché la rete potrebbe non essere in grado di eseguire contemporaneamente due versioni dello stesso codice per lo stesso token. Esistono due linguaggi: Solidity e Vyper. Le altre Blockchain hanno un approccio più centralizzato e poiché potrebbero non avere una blockchain pubblica principale, di per se c’è meno incentivo creativo per gli sviluppatori in tutto il mondo nell’incrementare le competenze necessarie, salvo che non vi sia un ritorno economico.

Probabilmente tutto si svilupperà secondo un processo naturale. Man mano che la tecnologia migliora, si raggiungerà una fase in cui i benefici provenienti da nuovi miglioramenti saranno inferiori al costo dell’aggiornamento. Se i dati statistici sul NHS (Il servizio sanitario nazionale del Regno Unito), ad esempio, si trovano sulla Blockchain, l’attività di aggiornamento diventerebbe a un certo punto molto difficile, portando la blockchain principale a diventare statica e lenta dal punto di vista del codice di base.

Le nuove Blockchain possono quindi diventare più agili, ma logicamente ci dovrebbe essere una svolta inventiva per giustificare i costi di commutazione. Il che significa che la tecnologia raggiungerà probabilmente un punto in cui non ci sono saranno più rischi sistemici, sociali o di altro tipo come Internet, ma ciò che è costruito su di essa dovrà avere le sue ponderate valutazioni.

fonte: https://www.cryptorivista.com/view/926d7540